Social cities: nuovi spazi del benessere

08.24 — Open Air Culture

Progettare la vicinanza

La ricerca di una socialità pervasiva e il desiderio di vivere appieno i luoghi open air rimodellano l’aspetto dei centri urbani, delineando una nuova idea di vicinanza. Spazi sempre più inclusivi, rispettosi dell’ambiente e del benessere individuale e collettivo danno vita a una dimensione della città, sicura e aggregante, in cui imparare a “riconnettersi” con l’aiuto di design e tecnologia.

Outdoor, ovvero: luogo per tornare vicini. Sembra essere proprio questo uno degli elementi centrali nell’evoluzione delle città che, con un’attenta riorganizzazione urbana, incentivano la prossimità di servizi, negozi, uffici, scuole e luoghi dello svago, al fine di ridurre le distanze per gli spostamenti e il conseguente impatto sul benessere degli abitanti e quello dell’ambiente.
Parigi, Genova, Portland e Melbourne sono solo alcune delle aspiranti “Città del quarto d’ora”, ovvero centri caratterizzati da percorrenze massime di 15 minuti, che favoriscono alternative di trasporto ecologiche – tra cui mezzi pubblici, due ruote o spostamenti a piedi –, come anche la possibilità di sfruttare il tempo risparmiato per sé stessi e per la socialità. Un’autentica rete in cui trovare con facilità ciò di cui si ha bisogno, ma dove poter anche coltivare nuovi e fondamentali aspetti della vita urbana, come la salute, l’apprendimento, le relazioni interpersonali, il contatto con la natura. Elementi facilmente riconducibili all’outdoor, che in questo nuovo modello di città gioca un ruolo fondamentale, costituendone l’elemento aggregante e favorendo la creazione di spazi d’incontro, scambio e crescita che si distinguono per caratteristiche d’inclusione e rispetto ambientale. Una nuova idea di vicinanza, inedita e profonda, che supera il concetto di sola prossimità fisica a favore di un’autentica riconnessione con ciò che ci circonda.

Esempio di spazio di incontro e scambio vicino all’Opera House di Sydney

Al ritmo della natura, con la tecnologia bioclimatica

Ricircolo costante di aria pulita, possibilità di ricevere l’effetto benefico dei raggi solari e mancanza di inquinanti sono gli elementi che rendono l’outdoor lo spazio ideale per il nostro benessere psicofisico. Proprio tale aspetto ha acceso nuovi riflettori sul tema ambientale, rendendo sempre più urgente l’impegno per trovare soluzioni di vita veramente sostenibili e rispettose del pianeta. In questo scenario, la connessione virtuosa tra uomo e natura trova un alleato nella promozione di architetture consapevoli e progettate per integrare l’elemento open air all’interno dei luoghi domestici, del lavoro e del leisure. A favorire questo riavvicinamento è la tecnologia bioclimatica, un concetto che sta recentemente vivendo un rilancio e che, ugualmente a come avveniva in passato, cura nel dettaglio elementi quali l’esposizione delle aperture verso l’esterno, i volumi, l’impiego di vetrate e meccanismi naturali per la ventilazione e l’illuminazione. Le pergole bioclimatiche concentrano al loro interno la totalità di questi principi permettendo di beneficiare del contatto con l’esterno, pur rimanendo sempre riparati con qualsiasi condizione meteo. Dotate di copertura con lame frangisole, consentono di modulare ombreggiatura, ricircolo dell’aria e temperatura senza ricorrere a soluzioni che incidono negativamente su consumi ed emissioni. Un modo per tornare vicini tra di noi, protetti dalla sicurezza – e dalla salubrità – della pergola, e per riconnetterci con la natura che ci circonda.

Serie Brera: tre versioni, infiniti panorami

Serie Brera di Pratic è la bioclimatica che unisce il desiderio di protezione a quello di una totale apertura verso il cielo, grazie alla sua copertura con lame retraibili che si compattano in uno spazio ridotto. Tre le versioni: solo la copertura (Brera B), oppure con vetrate Slide Glass (Brera S) o con vetrate e Raso (Brera P). Serie Brera può inoltre essere accessoriata con Led perimetrali RGB e i suoi moduli autoportanti o addossati a muro possono essere affiancati per raggiungere grandi dimensioni.

Ph Flavio Graffi

L’inclusività inizia dal design

Una progettazione pienamente inclusiva è quella che, sin dal suo principio, ragiona per rendere ogni ambiente fruibile per tutti con le stesse modalità, soddisfacendo le esigenze delle persone con e senza disabilità. È in questo modo, infatti, che a comfort e funzionalità si aggiunge la vera integrazione sociale, quella cioè che consente a chiunque di condividere le stesse esperienze.

Una sfida assegnata prima di tutto all’urbanistica e al design, che per essere veramente efficaci devono potersi proporre in una veste “trasparente”: ovvero attraverso soluzioni che rendono quasi invisibili gli elementi dell’accessibilità.

Un piccolo gradino, un corridoio troppo stretto, e ancora specchi e interruttori posizionati troppo in alto possono sembrare solo dettagli, ma fanno la differenza nella fruibilità attiva di un ambiente. Per abbattere queste barriere, è quindi essenziale mantenere un equilibrio tra accessibilità ed estetica elegante, evitando di ricorrere ad adattamenti visivamente impattanti che creano quell’effetto “speciale”, solitamente freddo e sgradito. Dopotutto, una location bella e inclusiva si trasforma in un vantaggio per le persone con disabilità, ma rappresenta anche un comfort ulteriore per coloro che hanno subito un infortunio temporaneo, per le persone anziane o i genitori con bambini e passeggini al seguito.

Pedana Set, alla base di un outdoor accessibile

Rendere l’outdoor inclusivo significa permettere di muoversi agevolmente tra spazi interni ed esterni, evitando gradini, passaggi stretti e dislivelli.

La pedana Set di Pratic offre un sistema di compensazione modulare, che consente di ottenere una superficie perfettamente piana, anche nel caso in cui il terreno d’installazione sia irregolare. Realizzata in alluminio, la Set si lega ai montanti della pergola e può essere integrata con illuminazione Led e qualsiasi finitura del piano calpestabile. Inoltre, nel caso di installazione di vetrate scorrevoli Slide Glass 60, i controtelai di appoggio per le guide vengono incassate nella pedana a filo pavimento, facilitando ulteriormente l’ingresso alla pergola e garantendo un’estetica raffinata.

Innovazione domotica: la connessione senza confini e senza barriere

Un ultimo elemento in grado di mantenerci collegati tra noi e con il mondo è la tecnologia, in particolare quella relativa al web e all’IoT (Internet of Things). Spesso accusata di ridurre la socialità più autentica, la tecnologia si è invece recentemente rivelata essenziale per garantire la vicinanza e continua a offrire benefici tangibili anche nel campo della sostenibilità e dell’inclusione.

Un utilizzo attento dei sistemi domotici aiuta a ridurre gli sprechi di energia. Basti pensare all’integrazione di sensori meteo all’interno di tende da sole e pergole: rilevando l’intensità di luce e calore, la copertura solare si regola automaticamente per dare la migliore ombreggiatura e impedire l’eccessivo riscaldamento degli ambienti. In caso di maltempo invece, i sensori offrono protezione e riparo da possibili danni.

Allo stesso modo, l’innovazione tecnologica è un valido aiuto per gestire le coperture, grazie alla possibilità di governare ogni automazione da smartphone e tablet (quindi senza la necessità di interruttori e anche da remoto) o ancora più semplicemente, attraverso comando vocale verso Google Home e Amazon Alexa, come nel caso delle coperture Pratic.

Sistemi sempre compatibili

Le automazioni delle tende e pergole Pratic sono compatibili con qualsiasi sistema domotico presente in case, uffici e hotel. Ogni funzionalità della copertura può essere regolata da un unico gestionale, rappresentando un vantaggio soprattutto per chi dispone di sistemi appositamente studiati per l’utilizzo anche da parte di persone con specifiche disabilità sensoriali.



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